Descrizione
IL CONCERTO
Da uno dei pianisti più indissolubilmente legati alla tastiera, anche se apparentemente può apparir paradossale, arriva una prova da grande direttore d’orchestra. Dal recital di Kostantin Bogino, il 23 aprile 2018 in Sala Piatti a Bergamo è arrivata una specialissima prova di direttore d’orchestra, o meglio, di orchestra da camera.
Autentico guru della didattica pianistica, Bogino muove le sue possenti dita come un arazziere intreccia le fila del suo tessuto pregiato: allo stesso modo l’interprete russo realizza trame musicali e contrappunti di linee e timbri.
Le sue dita sono autentici mezzi per scavare nella musica, nel mistero e negli abissi dell’anima umana. Sia nel ruggito rock e ribelle del giovane Bartók (Sonata 1926) sia nella Sonata op.110 di Beethoven, contemplazione della vita con distacco, con sguardo non più terreno.
Il suo recital è paragonabile a un diario dell’anima, affacciato alla soglia del mistero dell’arte. Con una differenza: è una declamazione dal vivo, proprio come quella di un attore che racconta la sua vita d’artista. Le dita di Bogino dipingono polifonicamente. Hanno la sapienza di un pittore, la forza di uno scultore che da una vita maneggia gli strumenti e i segreti della materia: profondità e pienezza poetica, imperativo morale e logos filosofico tutt’assieme riuniti, in un raro, pregnante sincretismo sonoro.
Quella di Bogino è una possanza rara, inimitabile, propria di certe anime che vengono dall’Est, animate dal fuoco di chi non ha mai smesso di vivere passioni umane, spirituali, oltre che artistiche.
Così anche nelle pitture eccentriche di Debussy (un Children’s corner privo di fronzoli) o nel titanico sentimentalismo di Rachmaninov.
Bernardino Zappa
THE CONCERT
It may seem a paradox, but one of the pianists most indissolubly linked to the keyboard makes a great appearance as an orchestral conductor. In his recital of 23 April 2018 in the Sala Piatti, Bergamo, the pianist Kostantin Bogino to all effects gave an exceptional display as the conductor or an orchestra, or rather, a chamber orchestra.
Bogino is a true guru of pianistic teaching. He moves his powerful fingers as the creator of a tapestry weaves the threads of his precious fabric. While at the same time, this Russian artist fashions musical intrigues and counterpoints from lines and timbres.
His fingers are an authentic means with which to delve into music, mystery and the abysses of the human soul, whether in the rock-style roar and rebellion of the young Bartók (Sonata, 1926) or in Beethoven’s Sonata op.110, a detached contemplation of life, its gaze no longer on earthly things.
His recital may be likened to a diary of the soul, a quest beyond the threshold of the mysteries of art. With one difference: it is a live declamation, typical of the actor who relates his life as an artist. Bogino’s fingers depict polyphonically. He has the skills of a painter, the strength of a sculptor who has dedicated a lifetime to handling the tools and secrets of his material. Poetic profundity and abundance, moral imperative and philosophical logos are united in a rare, pregnant syncretism of sound.
Bogino has that rare, powerful and inimitable dominance typical of certain souls from the East, animated by the fire of one who has never ceased to experience human and spiritual, as well as artistic passions.
Thus it is, too, in Debussy’s eccentric portraits (a Children’s Corner without frills) or in Rachmaninov’s titanic emotionalism.
Bernardino Zappa
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